neurostimolation

ORECCHIO ELETTRONICO

Ideato da Tomatis nel 1950 per aiutare i cantanti lirici con problemi di voce, l’orecchio elettronico divenne l’apparecchio alla base di tutti i suoi trattamenti e nel 1958 gli valse la medaglia d’oro della ricerca scientifica all’Esposizione Universale di Bruxelles.

Costituito da un microfono, da un sistema di amplificatori e di filtri capace di eliminare alcune frequenze ed esaltarne altre e da una cuffia, “l’orecchio elettronico è un complesso elettronico che ha per scopo quello di aiutare l’orecchio ad acquisire la sua funzione di ascolto, di controllo e di indicatore della lateralità. Permette di creare un condizionamento che obbliga l’orecchio ad acquisire la sua postura di ascolto per mezzo della tensione timpanica grazie ad una regolazione dei due muscoli della cassa del timpano, il muscolo del martello e della staffa che assicurano con il loro gioco di adattamento di impedenza, il passaggio del suono all’orecchio interno, luogo dove avviene l’analisi a livello del primo relais cellulare di decodifica del codice verbale” (da Educazione e dislessia, A.A.Tomatis).

A livello fisiologico l’ascolto non è mai passivo: nell’orecchio interno ci sono due muscoli che ci permettono di focalizzare l’attenzione su delle particolari frequenze e ci proteggono dai suoni forti e improvvisi attraverso un aggiustamento muscolare che nella maggior parte delle persone avviene in maniera automatica e inconsapevole, ma può anche essere intenzionale.

Quando si entra in una stanza dove si sta svolgendo un dibattito, il nostro udito è colpito dall’insieme caotico dei suoni presenti, ma se lo desideriamo, possiamo scegliere di sintonizzarci su una determinata conversazione in mezzo al trambusto generale, mettendoci in ascolto.

Il muscolo della staffa, detto anche stapedio, “contraendosi (…) aumenta la percezione e la distinzione dei suoni linguistici di frequenza medio-alta, mentre agisce da attenuatore per i toni più bassi che sovrastano le frequenze più alte, permettendo all’ascoltatore di isolare i fonemi dall’ambiente. L’altro muscolo è il tensore del timpano (o muscolo del martello), il quale agisce sulla tensione della membrana timpanica. Fa da completamento allo stapedio e quando si contrae affievolisce la percezione dei suoni di bassa frequenza nel rumore di sottofondo” (da Le guarigioni del cervello, N. Doidge).

Attraverso l’invenzione dell’orecchio elettronico, definito dal dr. Tomatis un “simulatore di ascolto non condizionato”, è possibile modificare la musica in modo tale da intervenire sull’ascolto della persona, aprendolo, liberandolo.

La manipolazione dei suoni che si realizza nel passaggio della musica attraverso l’orecchio elettronico, permette la creazione di mappe cerebrali differenziate, grazie alle quali è possibile distinguere i suoni fonetici dal rumore di sottofondo.

La fonte sonora utilizzata, generalmente scelta tra le prime opere composte da Mozart e i suoi concerti per archi,i canti gregoriani dell’abbazia di Solesmes e la voce materna quando disponibile, passa attraverso supporti digitali di altissima qualità che sostituiscono i i nastri per registratori Revox usati ai tempi di Tomatis e risponde a caratteristiche ben precise quali un’importante ricchezza di armoniche e il continuo movimento da un registro grave a uno acuto e viceversa.

All’ingresso nell’orecchio elettronico la musica viene separata in due canali audio:

quello aereo, in cui il suono è condotto dall’aria attraverso il canale uditivo fino alla coclea passando attraverso gli auricolari della cuffia;


quello osseo, dove le vibrazioni delle onde sonore colpiscono direttamente le ossa del cranio, le quali conducono il suono alla coclea e all’apparato vestibolare, destinato al trasduttore osseo posto sull’archetto della cuffia;


la musica viene amplificata dei suoni acuti e gravi in base alla ricchezza della partitura musicale attraverso un doppio filtro Baxandall, inserendo un ritardo modificabile nei due canali;

il ritardo, modificabile in entrambi i canali, ha l’obiettivo di anticipare di qualche millisecondo l’arrivo del segnale al trasduttore osseo in confronto a quello proveniente dagli auricolari;

il volume all’auricolare destro viene regolato rispetto al sinistro in modo da ottenere lo spostamento o il consolidamento della dominanza uditiva all’orecchio destro.

Grazie a questo processo di modifica ed elaborazione della fonte sonora attraverso l’orecchio elettronico, si realizza un intenso gioco muscolare a livello dell’orecchio medio e una notevole stimolazione neurale che permette il cambiamento delle abitudini di ascolto e il recupero della piena potenzialità dell’individuo.
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